La musica e i disturbi dell’apprendimento

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Dalla difficoltà ad automatizzare semplici meccanismi di calcolo, alla mancanza di fluidità del tratto grafico, dagli aspetti linguistici a quelli emotivi, il bambino che presenta un disturbo specifico dell’apprendimento prova un disagio che investe tutta la sua persona e il suo modo di stare al mondo e relazionarsi con gli altri, non solo il suo modo di apprendere i contenuti scolastici. Forse da qui bisogna partire per capire come ritmo, armonia e melodia, le basi della musica, possano essere un utile strumento nel trattamento di queste problematiche.

Un interessante articolo di Giulia Cremaschi Trovesi, professoressa di musica e musico terapeuta, ci guida in un percorso conoscitivo che alterna l’analisi di documenti ministeriali e legislativi alla relazione tra musica e apprendimento partendo da molto lontano, dall’inizio della vita stessa.

Ne riportiamo un passaggio significativo e rimandiamo alla lettura del suo articolo “DSA – Proviamo con la musica?

per un ulteriore approfondimento.

Il grembo materno è la prima orchestra che non smette di pulsare, ritmare, suonare per tutto il periodo della gestazione. La percezione di questo mondo musicale è affidata al corpo, al feto che, di ora in ora, modifica le sue dimensioni. Il feto vive dentro alle onde liquido – sonore, percepisce con tutto se stesso, convibra con il vibrare del corpo materno. Ciascuno di noi è corpo. Nella vita fetale il corpo è corpo vibrante. Il feto vibra delle onde sonore, delle emozioni della madre. Nella vita di tutti i giorni noi tutti siamo corpo vibrante. La cultura ci ha abituati a credere che riceviamo le onde sonore soltanto attraverso l’udito. L’apparato uditivo è specializzato nel distinguere le frequenze acute, ossia le armoniche che determinano i timbri dei suoni. Il corpo è il ricettore, il grande orecchio che percepisce convibrando con l’ambiente in un’ininterrotta risonanza con il mondo. Anche se non siamo consapevoli di questo convibrare, siamo sempre coinvolti.

La memoria fatta di ritmi, suoni, versi, rumori, voci etc. ha avuto inizio ancor prima di nascere. La memoria sarà uno degli elementi di fondamentale importanza nell’apprendimento, per tutta la vita. Il neonato, crescendo, accumula esperienze, percezioni, attraverso le emozioni. Possono essere esperienze, emozioni, percezioni che favoriscono o non favoriscono gli apprendimenti. 

 Il farsi della parola dipende dal respiro.

 La respirazione investe il corpo. Il corpo, per respirare, deve muoversi. 

 Il feto ha imparato a muoversi perché vive in un corpo in costante movimento.

 Ogni movimento ha un prima e un dopo. 

 Ogni movimento è ritmo: si realizza nel prima e nel dopo, mentre il tempo passa.

 L’ordine nella successione ritmica è la numerazione.

 L’ordine negli accenti, nella melodia delle parole è canto.

Ritmi e suoni sono il fondamento della nostra vita. Ritmi e suoni sono all’origine del movimento, del numero, della parola. Per il bambino in età della scuola materna e del primo ciclo della scuola primaria, movimento, numero, parola sono una cosa sola. Gli apprendimenti scolastici condurranno gli scolari a cogliere le differenze fra le discipline. (…)Suoni, ritmi, movimento sono le fondamenta sulle quali sorgeranno gli apprendimenti.”

Buona lettura

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